CI SONO COLORO CHE GUARDANO LE COSE COME SONO, E SI CHIEDONO PERCHE'... IO SOGNO COSE CHE NON CI SONO MAI STATE, E MI DOMANDO PERCHE' NO. (Robert Kennedy)

martedì 29 marzo 2011

PRIMA RISPOSTA A PANORAMA

Gentile Direttore, sono Luigi Vittorio Berliri, e sono il presidente di una cooperativa sociale che gestisce due (belle!) case famiglia per persone con grave disabilità a Roma: Spes contra spem (www.spescontraspem.it). Preoccupato per le vicende internazionali, come qualsiasi mio concittadino immagino, spero di trovare sui settimanali approfondimenti e riflessioni.
La Libia sull’orlo di una guerra che potrebbe trasformarsi in un conflitto mondiale, che vede la nostra nazione in prima linea, il Giappone, il rischio nucleare (vorrei sapere se davvero c’è un rischio radioattività o è una montatura…). Stanno iniziano importanti processi che vedono coinvolto il nostro Primo Ministro e anche in questo caso mi piacerebbe conoscere tutti i punti di vista…, anche quello del suo giornale (in realtà a me piacerebbe conoscere solo i fatti, non i punti di vista, ma questa è illusione, e lo so bene).
E cosa sceglie come copertina il suo giornale oggi? Una sedia a rotelle con pinocchio sopra e a caratteri cubitali “SCROCCONI”. Associando così l’immagine dell’invalido a quella dello scroccone. Bomprezzi oggi nel suo blog (http://bl\og.vita.it/francamente/) acutamente annota: "I simboli infatti servono, in epoche di questo tipo, a deviare l’attenzione verso nemici sui quali scaricare le tensioni sociali".
Bene, benissimo, la lotta ai falsi invalidi, indifendibili da chiunque! Mi sarebbe però piaciuto leggere sul suo giornale anche una riflessione su come si potrebbe davvero fare la lotta ai falsi, senza mettere in angoscia i “veri” invalidi, spesso chiamati a improbabili visite di controllo. Basterebbe incrociare le banche dati (un cieco totale con la patente, tanto per fare un esempio….).
Guardi che sono proprio le Persone con disabilità le prime a indignarsi contro i falsi invalidi, i falsi permessi per i posteggi (spesso usati dai parenti come un diritto…) le false pensioni che abbassano gli importi disponibili per tutti…
Ma la sua copertina invece rischia di fare di tutta l’erba un fascio (il fare dell’erba un FASCIO era abitudine di altri 70 anni fa….) e di dare una comunicazione offensiva per le tante persone che in carrozzina ci vivono per davvero, additate dal suo giornale come persone “scroccone”.
Io vorrei invece raccontare dei VERI invalidi, della bellezza delle loro storie di vita, a prescindere dalle difficoltà, vorrei poter dire di come sia difficile spiegare alle istituzioni che per dare davvero una vita degna alle persone che vivono in casa famiglia, e che sono li perché una famiglia non l’hanno più, e da soli davvero non potrebbero autoimboccarsi, autovestirsi, autolavarsi:  hanno bisogno di essere aiutate 24 ore su 24… e questo aiuto ahimè ha un costo… (o vogliamo ucciderli perché improduttivi o troppo costosi?)
Vorrei poterle raccontare le volte in cui, per portare mio figlio a scuola, trovo il parcheggio lui riservato dai veri scrocconi, persone cioè normalissime, senza neppure il tagliando riservato agli invalidi, che vivono realmente fregandosene e loro sì, scroccando…
Vorrei infine aprire una riflessione sulla “vita” sulla sua dignità anche nelle difficoltà, nella possibilità di essere davvero felici, della Speranza, dell’eutanasia, dell’eugenetica. Mi piacerebbe che piuttosto che accanirsi su Welby ci si fermasse a riflettere che proclamare per le persone con gravissima difficoltà il diritto alla vita significa stanziare risorse, affinché questo sia possibile, significa SCEGLIERE quali sono le priorità.
Per esempio, se abbiamo pochi soldi, cosa costruiamo prima? Un centro congressi che costa 280 milioni di euro (la Nuvola di Fuksas a Roma) o stanziamo 10 milioni di euro per le case famiglia per persone VERAMENTE disabili?
Alla Politica il compito di rispondere a queste domande…
(Alla stampa il compito di informarci delle risposte e a noi cittadini il dovere di scegliere).
Roma, 19 marzo 2011.
Luigi Vittorio Berliri

IN RISPOSTA A PANORAMA

Gentili Direttore e Redazione tutta, sono una volontaria, meglio, un’amica, di una delle case famiglia dirette da Luigi Vittorio Berliri, in particolare di Casa Salvatore.
Non mi capacito del fatto che abbiate selezionato per la copertina di questa settimana un argomento tanto sconclusionato, non perché non esista il problema dei falsi invalidi e non sia da combattere, ma perché appare strano che in una settimana così densa di argomenti ben più gravi, ma che evidentemente non hanno attirato la vostra attenzione, vi occupiate di questo. Ne prendo atto, anche se mi piacerebbe, ma qualcosa mi dice che non lo farete, che parlaste anche dei tagli mostruosi che il nostro governo ha praticato sul welfare in genere e quindi anche sulle case famiglia, quelle dove ci sono i veri invalidi, mettendone alcune a rischio chiusura. Chissà, magari con uno sforzo, per esempio approvando la famosa legge anti corruzione che giace da mesi nei cassetti dei governanti, qualche soldino uscirebbe dalle tasche del nostro oculato ministro dell’economia.
Guai a fare di tutte le erbe un fascio, è un argomento delicato che va trattato mettendo in evidenza tutti gli aspetti, non solo quelli che fanno un inutile e anche dannoso rumore.
Buona giornata a tutti

Donatella Nicolini, Roma

lunedì 28 marzo 2011

TORNEO DI PALLAVOLO

Ciao a tutti, ieri abbiamo partecipato al torneo di pallavolo organizzato per noi da alcuni amici della cooperativa. 
Le squadre coinvolte sono stare sei! La somma raccolta è stata più o meno di Euro 400,00. Che bel pomeriggio!!!
Molti si sono attivati con entusiasmo!!!





giovedì 24 marzo 2011

GIULIA

Il primo giorno di Servizio Civile ero terrorizzata: avevo paura che non sarei mai stata in grado. Il mio progetto prevede una specie di smembramento: mi divido tra la comunicazione web e la casa famiglia. La casa a cui sono stata affidata è SEMIAUTONOMIA: il mio compito specifico è aiutare i ragazzi a cercare lavoro.
Le paure iniziali erano dovute al fatto che sentivo fin dall’inizio una grossa responsabilità: la comunicazione web serve per farci conoscere, far sapere chi siamo e cosa facciamo; i ragazzi hanno bisogno di tutto e io ero convinta di non essere in grado di adempiere giustamente a questi compiti, e confesso che anche oggi questa paura ogni tanto fa capolino…Col tempo, però, ho scoperto che loro stessi ti indicano dove e come aiutarli, senza parole, ma con un solo sguardo, con un gesto, con un sorriso…..
Mi ci è voluto poco tempo perché la paure lasciassero spazio all’entusiasmo…
È difficile spiegare a parole quello che si prova vivendo in una casa famiglia, credo che l’unico modo per capirlo sia provarlo.
Ho deciso di pubblicare solo ora un post perché dopo diversi giorni ho avuto tempo e modo di vedermi intorno e mi sono accorta di quello che ho il privilegio di vivere.
In questi due mesi ho dato vita al blog, alla News Letter ho gestito i social network e aiutato i ragazzi nelle piccole cose della vita ascoltandoli e ridendo e piangendo con loro; ma sentivo che qualcosa non andava e ieri ho capito cos’era: per la prima volta dopo due mesi mi sono seduta da sola a fumare e ho guardato la sedia davanti a me vuota: fino a poco più di un mese fa era occupata da Francesco (nome fittizio), tempo fa lui è partito, ci ha lasciati per stare in un altro posto: ieri guardando la sedia mi sono accorta della sua assenza, che non avevo mai pianto, o almeno non come avrei fatto in un’altra situazione. Ho sentito una fitta, un male dentro e ho pianto, non davanti ai ragazzi: non voglio che mi vedano piangere; ho aspettato di tornare a casa, ho camminato tanto e ho pianto: forse mi sono liberata del macigno che non riuscivo a spostare. Il rovescio della medaglia del SC è che il nostro cuore è tutto dei ragazzi, i nostri pensieri, i nostri momenti liberi…chiudere la porta una volta usciti è molto difficile, è molto difficile non pensarli costantemente e non parlare di loro o guardare le loro foto o chiamare quando non li si vede per un po’.
Questo mi ha fatto rivedere molte cose: ho iniziato il SC perché avevo bisogno di lavorare e di guadagnare soldi e ho tentato un po’ tutti i lavori: oggi il SC è molto di più: è vita, è tirare ogni giorno fuori il miglior sorriso per vivere appieno gli ospiti e farti vivere (anche se la parola giusta sarebbe ASSORBIRE)da loro.
Occupandomi della comunicazione web ho la possibilità di “girare” per le case, conoscere altri ospiti e chiacchierare con loro: credo che sia una grossa opportunità.
Per esempio sabato con un’amica sono stata a CasaBlu un’intera giornata a girare un video: sono entrata impacciata e mi sentivo piccola come un fungo: non avevo idea di che fare e come trattare con loro: poco dopo ho scoperto che sono stati loro a aver interagito con me e a rompere il ghiaccio, ognuno a modo suo: Emilia ripetendo a iosa di essere arrabbiata con Adriana, Giulia piangendo appena saputo che ci chiamiamo allo stesso modo e Stefano tentando di farsi regalare la telecamera e trasformandosi nella controfigura di Scamarcio…alla fine è stato un sabato diverso ed alternativo, divertente per entrambe.
Credo che tra un anno piangerò ancora di più (come al mio solito) perché stavolta sarò io a lasciare, mi mancherà tutto questo….mi mancheranno i giri per le casa, le battute in ufficio, le riunioni lunghe e piene di argomenti, mi mancheranno le angherie della scimmietta: un ragazzo dell’Approdo così da soprannominato per a causa della sua incapacità di stare fermo e zitto e dell’attitudine a fare dispetti a chiunque in qualsiasi momento, mi mancheranno persino gli scazzi, i momenti difficili, le urla, le sedie che volano; così come ora mi manca Francesco, con il quale ho passato le due peggiori esperienze del mio SC. Questo ci tengo a sottolinearlo perché contrariamente a quanto si pensa non è tutto rose e fiori, non volano cuoricini e angioletti per la case, anzi, ma del resto…..se così non fosse che famiglie sarebbero??
Giulia

mercoledì 23 marzo 2011

UN GRANDE SOGNO

Cari amici, è arrivato il momento della dichiarazione dei redditi… e, come sapete, potete scegliere a chi destinare il cinque per mille delle imposte che versate; sapete anche che non è una tassa aggiuntiva, ma solo la possibilità di determinare a chi andrà quella parte di denaro. Noi vi chiediamo di essere i destinatari del vostro cinque per mille perché abbiamo in cantiere molti nuovi progetti… ma abbiamo bisogno del vostro aiuto! Per farlo è sufficiente firmare nell’apposito spazio e apporre il codice fiscale di Spes contra spem: 04 20 19 01 008.
Sostenere Spes contra spem significa garantire il ben-essere e dare l’opportunità alle persone che abitano nelle nostre case-famiglia di vivere nel miglior modo possibile; ma significa anche, e soprattutto, credere e sognare un futuro migliore e più “accessibile” a tutti!
Già 549 persone hanno scelto Spes contra Spem donando ai progetti euro 34.590,04 che serviranno per migliorare le nostre case famiglia; ad esempio, la casa famiglia l’approdo ha bisogno di una cucina, casablu ha problemi di infiltrazione quindi tutti i bagni devono essere ristrutturati: lavori necessari per poter garantire una casa sicura e solida.
Confidiamo, non solo nel vostro sostegno economico, ma anche nel vostro aiuto: raccontate di noi, divulgate insieme a noi la notizia, diamo insieme forza a questo sogno così grande!

Luigi Vittorio Berliri 


lunedì 21 marzo 2011

UNA NOTIZIA:INVALIDI SCROCCONI?OFFENSIVO

Articolo di F. Bomprezzi estratto da http://blog.vita.it



Per qualche giorno ho nutrito l’illusione che i festeggiamenti per l’Unità d’Italia stessero restituendo al Paese e ai suoi abitanti un autentico senso di appartenenza a una storia comune, e soprattutto a valori condivisi, rappresentati dalla Costituzione. Ho perfino pensato che poteva essere un punto di svolta civile, prepolitico, non legato cioè alle continue e insopportabili lacerazioni provocate da un malinteso bipolarismo. Mi sono riconosciuto nelle parole del presidente Napolitano, e mi ha fatto piacere vedere strade e teatri pieni di gente sorridente, con la bandierina tricolore e la coccarda. Il fatto è che pensavo all’Italia dello “stare insieme”, quella che riesce quasi sempre a trovare una soluzione ragionevole ai problemi e alle difficoltà, facendo appello a tolleranza, umanità, laboriosità, onestà, amicizia.
Mi sono ricordato di quando, da ragazzino, studiavo il Risorgimento su libri pieni di retorica nazionalista, ma comunque capaci di emozionarti per una epopea nazionale all’interno della quale non era così difficile riconoscere almeno qualche risultato utile per tutti: la lingua comune, l’istruzione, la salute, la democrazia. Mi sono sempre sentito “italiano” forse perché, nato a Firenze, a causa dei trasferimenti cui mio padre doveva sottoporsi per lavoro, ho vissuto non solo in Toscana, ma anche in Abruzzo e nel Veneto, prima di scegliere, da adulto, Milano e la Lombardia. Perciò ho amici e buoni ricordi in mezza Italia, e l’altra metà l’ho conosciuta negli anni dell’impegno sociale, nelle associazioni delle persone con disabilità, ad esempio. Quando, da presidente della Uildm, sono stato praticamente in tutte le regioni italiane, vedendo da vicino le differenze e i punti in comune, apprezzando il lavoro difficile che famiglie e persone con disabilità devono compiere ogni giorno per combattere contro pregiudizi, barriere, ingiustizie, carenze normative e di servizi.
Ero dunque quasi sereno, sia pure senza che ve ne fosse davvero motivo, solo per una sensazione gradevole di una ventata di aria buona in un periodo così difficile di convivenza politica e sociale. Poi mi sono imbattuto, ieri, nella copertina del settimanale Panorama. Il titolo non ammette sfumature: “Scrocconi”. L’immagine non potrebbe essere più chiara: una carrozzina stilizzata, su cui siede un Pinocchio altrettanto stilizzato. Il sommario che rimanda a un’inchiesta “esclusiva” recita così: “Invalidità inesistenti, certificati falsi, pensioni regalate. Ecco chi sono i furbi (e i loro complici) che fregano l’Inps. A nostre spese”. Ho avuto un trasalimento e un senso di nausea. Mi sono ricordato subito dei manifesti del nazismo che hanno accompagnato la campagna per la sterilizzazione dei disabili e poi per l’eutanasia, il programma T4. Anche allora, in piena crisi economica, comparvero manifesti che legavano strettamente i sacrifici economici della povera gente agli sprechi per tenere in vita persone “improduttive”. I simboli infatti servono, in epoche di questo tipo, a deviare l’attenzione verso nemici sui quali scaricare le tensioni sociali.
In Italia la campagna sui falsi invalidi, partita su alcuni dati di fatto, comunque circoscritti e rispetto ai quali è necessario approfondimento, anche statistico (come fa da tempo, con grande rigore, la Fish, Federazione Italiana per il superamento dell’Handicap), si è trasformata nel tempo in un esempio vergognoso di come si possono deviare risorse e competenze pubbliche verso obiettivi di drastica riduzione complessiva della spesa sociale, eliminando, attraverso procedure discutibili e spesso disumane di controllo dello stato di invalidità civile, pensioni e indennità assolutamente legittime (come testimonia l’altissima percentuale di ricorsi alla magistratura vinti dai cittadini). Lo scriviamo e lo documentiamo da tempo. Le fonti non mancano, basta consultarle, basta fare bene il mestiere di giornalista, che richiede competenza e umiltà. E invece Stefano Vespa, fratello del più noto Bruno, si lancia in alcune pagine di densa scrittura, che sono semplicemente il copia e incolla delle veline dell’Inps, già smentite dagli stessi medici dell’Istituto. L’inchiesta esclusiva fa cadere le braccia e non solo.
Ma al di là del giudizio sul pezzo pubblicato da Panorama (quanta distanza col newsmagazine al quale ero abbonato da giovane, quando lo dirigeva Lamberto Sechi…) la questione più grave e inquietante è la scelta di dedicare la copertina del settimanale a questo tema, nelle giornate dell’incubo nucleare, della crisi libica, dei tanti processi al premier, del federalismo che passa, della riforma della giustizia, tanto per citare argomenti assolutamente bipartisan. Il direttore di Panorama non ha certo scelto questo tema in modo casuale. C’è un pensiero dietro, c’è sicuramente un disegno ben preciso. Lo stigma di quella copertina è gravissimo: in copertina non si distingue, si fa di ogni erba un fascio. Si indica la carrozzina, simbolo riconoscibile da tutti per denotare la disabilità, quella vera. Ritengo questa scelta assolutamente vergognosa e scorretta deontologicamente. Ovviamente siamo in regime di libera informazione, e l’art. 21 della Costituzione vale per tutti, anche per Panorama. Ma il danno arrecato questa volta a un’intera parte del Paese è troppo grave per passare in silenzio.

lunedì 14 marzo 2011

IL CALENDARIO PER MARZO



Mercoledì 2 Marzo 2011
                  21.00-23.30: Festa CAPPELLAIO MATTO
                  dove: The Random via SCalo di S. Lorenzo 99/a
Sabato 5 Marzo 2011-Domenica 6 Marzo 2011
                    tutto il giorno: Banco Alimentare
Mercoledì 9 Marzo 2011-giovedì 10 Marzo 2011
                Riunione dei Volontari
Mercoledì 15 Marzo 2011
                19.00-21.00: Laboratorio percussioni
                dove: S. Frumenzio                                                                                                  Domenica 20 Marzo 2011 
                 tutto il giorno: Maratona di Roma
                 dove: via dei Fori Imperiali                                                                                                   Giovedì 24 Marzo
                  in tarda serata: Riunione dei soci
Domenica 27 Marzo
                  in tarda serata: Teatro Buffo Nazzano

               

        
                

          

LA NUOVA MISSION E LA NUOVA VISION

Mission
Spes Contra spem è una cooperativa sociale fatta di persone che si occupano di persone.
Spes contra spem è al servizio dei singoli, delle famiglie e della comunità. La nostra missione è progettare, realizzare e gestire servizi residenziali di tipo comunitario e servizi di integrazione socio-culturale per giovani, minori a rischio e persone con disabilità.
Il nostro approccio consiste nel mettere in relazione le potenzialità e le risorse di chi vive e lavora nella cooperativa con le esigenze del territorio.
Vogliamo che le persone possano trovare nei nostri servizi qualità e umanità, che la nostra cooperativa interagisca in modo aperto e trasparente con tutti i soggetti che la circondano. Che i destinatari dei nostri servizi, le istituzioni, le famiglie, i volontari, i sostenitori e gli sponsor considerino i nostri servizi eccellenti nella qualità, efficaci nel costo, trasparenti nella gestione. Che ciascuno di noi soci, lavoratori e volontari, sia rispettato e coinvolto nella gestione della cooperativa per sentirsi corresponsabile e primo attore della nostra missione.

Vision
Noi soci di Spes contra spem riteniamo di essere anzitutto degli “operatori di comunità”, il cui scopo ultimo è accogliere le persone in stato di disagio nella loro ricchezza e unicità, accompagnarle nella loro fragilità infondendo affetto e fiducia, assicurando il sostegno nella debolezza e nelle difficoltà, e rimuovendo cammin facendo gli ostacoli che ognuno incontra sul proprio cammino, affinché possa giungere a esprimersi secondo le proprie potenzialità, manifestando le proprie ricchezze e i propri doni particolari.
Crediamo che oggi l’importante sia “imparare a sperare” e perciò operiamo per rendere tangibile a tutti la possibilità di una società più equa, più fraterna, più umana. Crediamo che questa speranza sia possibile.
1.    Vogliamo distinguerci nel territorio romano per la qualità e l’umanità dei nostri servizi, per una gestione responsabile e trasparente, per l’apertura alla realizzazione di nuovi progetti, sforzandoci di connettere le esigenze di tutta la comunità.
2.    Vogliamo distinguerci per il contributo che diamo all’animazione del dibattito culturale che animi il desiderio di essere migliori come cittadini, come gruppi e come comunità allargata.
3.    Vogliamo distinguerci perché stimoliamo la partecipazione e corresponsabilità come stile di conduzione della nostra azione sociale, da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo di welfare che miriamo a concretizzare: istituzioni, enti di erogazione e sostenitori, sponsor, lavoratori e volontari. Desideriamo che ciascuno giunga a sentirsi rispettato nella sua identità e nelle sue funzioni, coinvolto e corresponsabile nell’attuazione della nostra missione.

giovedì 3 marzo 2011

MARTINA

Prima di raccontare il primo mese di servizio civile  a casa blu credo sia importante fare una piccola premessa...
tutto è cominciato dalla mia voglia di fare un'esperienza nell'ambito del sociale, non un'esperienza qualsiasi, ma che servisse a prima di tutto ad arricchirmi, mettermi in gioco e misurare le mie capacità. Così un giorno navigando in internet, mi sono "imbattuta" (non ricordo nemmeno come) nel bando del servizio civile e pochi minuti dopo stavo curiosando sul sito di spes contra spem.e così, dopo essere stata selezionata, è iniziata la mia avventura a casa blu!!!
ricordo molto bene la prima volta che sono entrata nella casa...ero agitata, incuriosita, entusiasta, ma volete sapere quale ' stata la mia prima impressione? quella di essere nel posto giusto...mi sono sentita a casa. e oggi dopo più di un mese dall'inizio del servizio sono veramente felice di aver scelto casa blu e soprattutto di aver conosciuto i suoi abitanti. con loro ogni giorno è una scoperta e una possibilità di conoscere parti di me ancora inesplorate....un esempio? ho riscoperto la bellezza di un sorriso, di un semplice sguardo o di un gesto sincero, tutte cose che nella vita di tutti i giorni ti passano davanti senza accorgersene.
tutto questo a qualcuno potrà sembrare scontato o banale, ma per me rappresenta la spinta giusta per godermi ogni istante di questo anno a casa blu!
ciao a tutti e alla prossima!
Martina Borzillo.

LE IENE ALL'APPRODO.mov