CI SONO COLORO CHE GUARDANO LE COSE COME SONO, E SI CHIEDONO PERCHE'... IO SOGNO COSE CHE NON CI SONO MAI STATE, E MI DOMANDO PERCHE' NO. (Robert Kennedy)

mercoledì 25 luglio 2012

I FATTI MATTI (racconti di viaggio della compagnia Teatro Buffo)

I Fatti Matti

racconto del viaggio della compagnia Teatro Buffo al Festival Teatrale Fate Matte di Sardegna


Volo di andata prima e durante il decollo
Pino rallegra i passeggeri intorno a lui, dicendo a tutti che lui ha tanta paura, anche se non ha mai volato prima “Metti che cade l'aereo signo' so' cavoli amari? “Vedo che lei è tranquilla, beata lei.”
Simone tiene la gamba di Davide con una mano e con altra la gamba di Roberto, Davide con una mano tiene Elisa che sta seduta dietro e con altra Giusi che sta davanti a lui. Elisa con la mano libera tiene Pino che le sta dietro e recita la poesia :”In Sardegna devo andare, ma ho paura di volare...” Elio seduto accanto al “poeta” tiene forte il sedile davanti a lui, controlla però il tutto dal finestrino, Roberto incredibilmente calmo, Patrizia idem, Emilia eccitatissima emette una serie di urli iperacuti mai sentiti prima. Si accendono i motori il rumore è sempre più forte ma la voce di Davide si sovrappone:”Ragazzi ho una gamba libera c'è qualcuno che me la può tenere per favore”!!!!
Pino grida: “Sembra un temporale, oh mamma che bello che sensazione strana, mi si muove tutto lo stomaco, Su' mi piace tanto questa cosa la voglio rifare...”

Poesia di andata in Sardegna:
"In Sardegna devo andare
Ma ho paura di volare
Con l'aereo devo partire
Ma ho paura da morire
Speriamo di non dover soffrire ...
Ma so che devo recitare
E devo lasciarmi andare
Per arrivare in riva al mare ...

Poesia di ritorno dalla Sardegna:
 Dalla Sardegna son tornato
E non mi sono preoccupato
Di porcheddu mi sono abbuffato
E sono tornato anche un po' ingrassato ...
Dopo il decollo dell'andata
Vorrei rifare la stessa prolungata
Senza fare una grande scenata "







Sardegna
Veniamo accolti da gente fantastica che ci propone subito un buffet, per riprenderci dal viaggio dicono, e mezzora dopo la cena con quattro portate. E già da qui il nostro rapporto con l'organizzazione si era consolidato, ma dato che la carta d'identità di Roberto mi è caduta tra il montacarichi e l'aereo mentre caricavamo Emilia, avevamo anche il problema di un documento mancante. Racconto tutto a uno dell'organizzazione, dico anche che abbiamo fatto la denuncia ad Alghero e che dovevamo andare al comune per mandare il fax con la denuncia e avere il nulla osta per il documento nuovo. E lui in sardo stretto mi risponde ”Tu di nulla ti devi preoccupare adesso chiamo sindaco e risolviamo tutto subito”. Ma no, addirittura il sindaco, non serve, dico io, basta un funzionario del comune. Lei tranquilla deve stare, di nulla si deve preoccupare, mette le mani intorno alla bocca e lancia un urlo: Sindaco!!!!!!! Vieni un' attimo, senti la signorina che si è creato un problema di documento!!!!! Con lo stesso metodo è stato chiamato anche il fotografo e dopo poco Roberto si è trovato con una nuova carta d'identità fatta dal comune di Gavoi.

La performance
La prima fila era sequestrata da una signora che ha gridato durante tutta l'esibizione brave, bravi!!!
Purtroppo è stata ripresa dall'organizzazione e ha dovuto aspettare di incontraci a cena dove non riusciva a parlare con nessuno di noi dall'emozione, insomma come le fan scatenate dei Beatles... robe da star per intenderci...
Mentre i critici e organizzatori del festival hanno detto le seguenti parole: “Questa performance ha tracciato un solco tra voi e le compagnie precedenti... Ma tanto voi siete dei professionisti... Vivete di questo, vero?”
”Noi viviamo per questo ma purtroppo non di questo”, risponde Davide.
Dato che stavamo sempre insieme ad altre compagnie teatrali, in tutto 200 persone, non finivano di complimentarsi con noi, tanto che Patrizia il giorno dopo mi passa accanto e preoccupata mi dice: “Non mi fanno fare la colazione, a forza di farmi i complimenti per ieri, mi porti te qualcosa prima che finisce il buffet?”

Porcheddu:
Quando Pino ci raccontava il giorno prima che avrebbero fatto il porco allo spiedo, pensavamo che fosse una cosa inventata da lui o che qualcuno dell'organizzazione lo avesse preso in giro...
Ma quando la mattina della domenica ci siamo svegliati e abbiamo trovato gli “uomini della casa” all'opera è iniziata la terza performance:


  1. antipasti con i prodotti tipici formaggi freschi, pane carasau, affettati, pecorino
  1. ravioli al formaggio con sugo al ragù
  1. porcheddu
  1. patate al forno
  1. sevadas
  1. vino a gogò
Se non sbaglio c'era anche il pinzimonio, ma non era esattamente la cosa che ti rimane impressa.

Davide mettici la musica:
Mentre ci stavamo chiedendo come alzarci e sopratutto come smaltire quello che avevamo poc'anzi ingurgitato, pensate che alcuni di noi sono riusciti a mangiare addirittura due sevadas dopo il pranzo che vi ho appena descritto, ma eviterei le auto celebrazioni e vado al punto, arrivano i musicisti, tamburi, pifferi, fisarmoniche...e parte il delirio... Evviva la Sardegna!!!!!
Emilia, la cui frase uso come titolo di questo capitolo, dopo qualche ballo va a riposare. Martina entra nella stanza dopo un po per controllarla e lei in dormiveglia ancora con le mani alzate che ballano...
I maschi che invece si rifiutano di ballare a favore di un lungo riposino, vengono svegliati dalle musiche Sarde eseguite dal regista in persona che, armato di tamburo entra nella loro stanza accompagnato dal pifferaio... “Che bello svegliarsi a suon di tamburi”, dice Roberto... Elio e Pino rimangono perplessi...

Le riprese:
Insieme a noi si sono offerti di venire, a loro spese, Marisa (cameraman e regista) e Vincenzo (fonico) studenti dell'ultimo anno di arte cinematografica, che hanno ripreso tutto, sia quello che vi ho descritto attraverso questa mail, ma anche molto, ma molto altro.
Speriamo per fine dicembre di avere un film su Teatro Buffo e sulla fantastica terra Sarda che ci ha ospitati.



Buone vacanze a tutti,
e ci si rivede a settembre,
Suzana

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