CI SONO COLORO CHE GUARDANO LE COSE COME SONO, E SI CHIEDONO PERCHE'... IO SOGNO COSE CHE NON CI SONO MAI STATE, E MI DOMANDO PERCHE' NO. (Robert Kennedy)

giovedì 24 marzo 2011

GIULIA

Il primo giorno di Servizio Civile ero terrorizzata: avevo paura che non sarei mai stata in grado. Il mio progetto prevede una specie di smembramento: mi divido tra la comunicazione web e la casa famiglia. La casa a cui sono stata affidata è SEMIAUTONOMIA: il mio compito specifico è aiutare i ragazzi a cercare lavoro.
Le paure iniziali erano dovute al fatto che sentivo fin dall’inizio una grossa responsabilità: la comunicazione web serve per farci conoscere, far sapere chi siamo e cosa facciamo; i ragazzi hanno bisogno di tutto e io ero convinta di non essere in grado di adempiere giustamente a questi compiti, e confesso che anche oggi questa paura ogni tanto fa capolino…Col tempo, però, ho scoperto che loro stessi ti indicano dove e come aiutarli, senza parole, ma con un solo sguardo, con un gesto, con un sorriso…..
Mi ci è voluto poco tempo perché la paure lasciassero spazio all’entusiasmo…
È difficile spiegare a parole quello che si prova vivendo in una casa famiglia, credo che l’unico modo per capirlo sia provarlo.
Ho deciso di pubblicare solo ora un post perché dopo diversi giorni ho avuto tempo e modo di vedermi intorno e mi sono accorta di quello che ho il privilegio di vivere.
In questi due mesi ho dato vita al blog, alla News Letter ho gestito i social network e aiutato i ragazzi nelle piccole cose della vita ascoltandoli e ridendo e piangendo con loro; ma sentivo che qualcosa non andava e ieri ho capito cos’era: per la prima volta dopo due mesi mi sono seduta da sola a fumare e ho guardato la sedia davanti a me vuota: fino a poco più di un mese fa era occupata da Francesco (nome fittizio), tempo fa lui è partito, ci ha lasciati per stare in un altro posto: ieri guardando la sedia mi sono accorta della sua assenza, che non avevo mai pianto, o almeno non come avrei fatto in un’altra situazione. Ho sentito una fitta, un male dentro e ho pianto, non davanti ai ragazzi: non voglio che mi vedano piangere; ho aspettato di tornare a casa, ho camminato tanto e ho pianto: forse mi sono liberata del macigno che non riuscivo a spostare. Il rovescio della medaglia del SC è che il nostro cuore è tutto dei ragazzi, i nostri pensieri, i nostri momenti liberi…chiudere la porta una volta usciti è molto difficile, è molto difficile non pensarli costantemente e non parlare di loro o guardare le loro foto o chiamare quando non li si vede per un po’.
Questo mi ha fatto rivedere molte cose: ho iniziato il SC perché avevo bisogno di lavorare e di guadagnare soldi e ho tentato un po’ tutti i lavori: oggi il SC è molto di più: è vita, è tirare ogni giorno fuori il miglior sorriso per vivere appieno gli ospiti e farti vivere (anche se la parola giusta sarebbe ASSORBIRE)da loro.
Occupandomi della comunicazione web ho la possibilità di “girare” per le case, conoscere altri ospiti e chiacchierare con loro: credo che sia una grossa opportunità.
Per esempio sabato con un’amica sono stata a CasaBlu un’intera giornata a girare un video: sono entrata impacciata e mi sentivo piccola come un fungo: non avevo idea di che fare e come trattare con loro: poco dopo ho scoperto che sono stati loro a aver interagito con me e a rompere il ghiaccio, ognuno a modo suo: Emilia ripetendo a iosa di essere arrabbiata con Adriana, Giulia piangendo appena saputo che ci chiamiamo allo stesso modo e Stefano tentando di farsi regalare la telecamera e trasformandosi nella controfigura di Scamarcio…alla fine è stato un sabato diverso ed alternativo, divertente per entrambe.
Credo che tra un anno piangerò ancora di più (come al mio solito) perché stavolta sarò io a lasciare, mi mancherà tutto questo….mi mancheranno i giri per le casa, le battute in ufficio, le riunioni lunghe e piene di argomenti, mi mancheranno le angherie della scimmietta: un ragazzo dell’Approdo così da soprannominato per a causa della sua incapacità di stare fermo e zitto e dell’attitudine a fare dispetti a chiunque in qualsiasi momento, mi mancheranno persino gli scazzi, i momenti difficili, le urla, le sedie che volano; così come ora mi manca Francesco, con il quale ho passato le due peggiori esperienze del mio SC. Questo ci tengo a sottolinearlo perché contrariamente a quanto si pensa non è tutto rose e fiori, non volano cuoricini e angioletti per la case, anzi, ma del resto…..se così non fosse che famiglie sarebbero??
Giulia

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