Quando ho fatto il colloquio per entrare a far parte di Spes contra Spem mi chiesero se sarei stata disposta a lavorare per la Semiautonomia invece che per l’Approdo. Senza pensare risposi subito “si” solo dopo poche ore ho iniziato a farmi le solite che mi faccio sempre. Questi ragazzi sono grandi anche se sono piccoli: lottano ogni giorno con i problemi con cui ci confrontiamo noi adulti: il lavoro, i soldi, la spesa, la casa.
Dentro di me mi sono sempre vista come una pulce indifesa.
Alla fine, come al solito, sono stati loro stessi a mettermi a mio agio e a farmi guardare dentro di. I primi due che ho conosciuto si sono trovati ad insegnare a me a fare ricerca lavoro e a gestire certe piccole situazioni. Ricordo che uno di loro due mi spiegò come comportarmi con alcuni ragazzi, per mettermi a mio agio mi ha perfino fatto il thè. Lui ha la mania: credo ne bava 5 o 6 litri al giorno.
il mio compito è quello di aiutare i ragazzi a cercare lavoro in modo da potersi mantenere da soli. I parametri sono semplici: una buona paga, un lavoro serio, un contratto serio; poche cose che però al giorno d’oggi rendono ancora più difficile trovare un lavoro, soprattutto e teniamo conto che i ragazzi sono appena 18enni e stranieri. Molto spesso mi sono trovata insieme a loro ad avere a che fare con il razzismo, quello che fa dire alle persone “non ti assumo perché sei rumeno” o afgano, oppure quello che porta i datori di lavoro a sfruttare questi ragazzi solo perché sono molto giovani e stranieri e non parlano bene la nostra lingua…mi sono sempre arrabbiata moltissimo dentro di me: di fronte a queste parole mi bolliva il sangue…queste persone dovrebbero vedere il ragazzo che hanno davanti metterlo alla prova capire chi è prima di giudicarlo perché ha un accento diverso dal nostro: vorrei vedere loro parlare l’afgano!!
Ormai sono passati 7 mesi…..7 mesi insieme a cercare il lavoro, cercare la casa, studiare, fare riunioni litigare per le pulizie…quante litigate quanti scazzi per le più piccole cose. La convivenza non è mai facile figurati quando è così forzata! Questi 7 mesi sono letteralmente volati eppure sono stati ricchissimi.
Uscirò da questo servizio civile molto più consapevole di me: mi sono resa conto di saper affrontare situazioni che non credevo avrei potuto affrontare da sola. Ho scoperto una forza e delle capacità che non credevo di avere….speso dico che in realtà sono i ragazzi a fare Servizio Civile con me, non ho più vergogna delle mie debolezze e delle mie fobie: loro ci ridono su, mi prendono in giro ma mi tengono la mano se ne ho bisogno; per esempio un giorno accompagnai B. a portare un po’ di curriculum in giro e dovemmo prendere la metro A a Termini, ora, io soffro terribilmente di vertigini e il vuoto (scale mobili in discesa) mi da un fastidio terribile: le nuove scale mobili di Termini non sono molto alte ma hanno il soffitto molto basso e questo le fa sembrare ancora più ripide di quello che sono…salendo ho fatto un profondo respiro per non farmi vedere in difficoltà da lui. O non sono assolutamente in grado di fingere o lui è uno psicologo nato perché se ne accorse subito e mi aiutò a calmarmi prendendomi la mano e la spalla. Inutile dire che per le due settimane successive ho fatto ridere tutta la Semiautonomia e l’Approdo!
Inizio già a pensare che alla fine del servizio civile sarà molto dura per lasciare. Già adesso faccio ogni tanto un piccolo bilancio di ciò che di bello e di brutto ho ottenuto e vissuto in questi mesi: già adesso poso dirmi soddisfatta e felice...non ho trovato solo un lavoro, ma anche una nuova Giulia, ho trovato qualcosa di nuovo e bello…..