I Fatti Matti
racconto del viaggio della compagnia Teatro Buffo al Festival Teatrale Fate Matte di Sardegna
Pino
rallegra i passeggeri intorno a lui, dicendo a tutti che lui ha tanta
paura, anche se non ha mai volato prima “Metti che cade l'aereo signo'
so' cavoli amari? “Vedo che lei è tranquilla, beata lei.”
Simone
tiene la gamba di Davide con una mano e con altra la gamba di Roberto,
Davide con una mano tiene Elisa che sta seduta dietro e con altra Giusi
che sta davanti a lui. Elisa con la mano libera tiene Pino che le sta
dietro e recita la poesia :”In Sardegna devo andare, ma ho paura di
volare...” Elio seduto accanto al “poeta” tiene forte il sedile davanti a
lui, controlla però il tutto dal finestrino, Roberto incredibilmente
calmo, Patrizia idem, Emilia eccitatissima emette una serie di urli
iperacuti mai sentiti prima. Si accendono i motori il rumore è sempre
più forte ma la voce di Davide si sovrappone:”Ragazzi ho una gamba
libera c'è qualcuno che me la può tenere per favore”!!!!
Pino
grida: “Sembra un temporale, oh mamma che bello che sensazione strana,
mi si muove tutto lo stomaco, Su' mi piace tanto questa cosa la voglio
rifare...”
"In Sardegna devo andare
Ma ho paura di volare
Con l'aereo devo partire
Ma ho paura da morire
Speriamo di non dover soffrire ...
Ma so che devo recitare
E devo lasciarmi andare
Per arrivare in riva al mare ...
Poesia di ritorno dalla Sardegna:
Dalla Sardegna son tornato
E non mi sono preoccupato
E sono tornato anche un po' ingrassato ...
Dopo il decollo dell'andata
Vorrei rifare la stessa prolungata
Senza fare una grande scenata "
Sardegna
Veniamo
accolti da gente fantastica che ci propone subito un buffet, per
riprenderci dal viaggio dicono, e mezzora dopo la cena con quattro
portate. E già da qui il nostro rapporto con l'organizzazione si era
consolidato, ma dato che la carta d'identità di Roberto mi è caduta tra
il montacarichi e l'aereo mentre caricavamo Emilia, avevamo anche il
problema di un documento mancante. Racconto tutto a uno
dell'organizzazione, dico anche che abbiamo fatto la denuncia ad Alghero
e che dovevamo andare al comune per mandare il fax con la denuncia e
avere il nulla osta per il documento nuovo. E lui in sardo stretto mi
risponde ”Tu di nulla ti devi preoccupare adesso chiamo sindaco e
risolviamo tutto subito”. Ma no, addirittura il sindaco, non serve, dico
io, basta un funzionario del comune. Lei tranquilla deve stare, di
nulla si deve preoccupare, mette le mani intorno alla bocca e lancia un
urlo: Sindaco!!!!!!! Vieni un' attimo, senti la signorina che si è
creato un problema di documento!!!!! Con lo stesso metodo è stato
chiamato anche il fotografo e dopo poco Roberto si è trovato con una
nuova carta d'identità fatta dal comune di Gavoi.
La performance
La prima fila era sequestrata da una signora che ha gridato durante tutta l'esibizione brave, bravi!!!
Purtroppo
è stata ripresa dall'organizzazione e ha dovuto aspettare di incontraci
a cena dove non riusciva a parlare con nessuno di noi dall'emozione,
insomma come le fan scatenate dei Beatles... robe da star per
intenderci...
Mentre
i critici e organizzatori del festival hanno detto le seguenti parole:
“Questa performance ha tracciato un solco tra voi e le compagnie
precedenti... Ma tanto voi siete dei professionisti... Vivete di questo,
vero?”
”Noi viviamo per questo ma purtroppo non di questo”, risponde Davide.
Dato
che stavamo sempre insieme ad altre compagnie teatrali, in tutto 200
persone, non finivano di complimentarsi con noi, tanto che Patrizia il
giorno dopo mi passa accanto e preoccupata mi dice: “Non mi fanno fare
la colazione, a forza di farmi i complimenti per ieri, mi porti te
qualcosa prima che finisce il buffet?”
Porcheddu:
Ma
quando la mattina della domenica ci siamo svegliati e abbiamo trovato
gli “uomini della casa” all'opera è iniziata la terza performance:
- antipasti con i prodotti tipici formaggi freschi, pane carasau, affettati, pecorino
- ravioli al formaggio con sugo al ragù
- porcheddu
- patate al forno
- sevadas
- vino a gogò
Se non sbaglio c'era anche il pinzimonio, ma non era esattamente la cosa che ti rimane impressa.
Davide mettici la musica:
Mentre
ci stavamo chiedendo come alzarci e sopratutto come smaltire quello che
avevamo poc'anzi ingurgitato, pensate che alcuni di noi sono riusciti a
mangiare addirittura due sevadas dopo il pranzo che vi ho appena
descritto, ma eviterei le auto celebrazioni e vado al punto, arrivano i
musicisti, tamburi, pifferi, fisarmoniche...e parte il delirio... Evviva
la Sardegna!!!!!
Emilia,
la cui frase uso come titolo di questo capitolo, dopo qualche ballo va a
riposare. Martina entra nella stanza dopo un po per controllarla e lei
in dormiveglia ancora con le mani alzate che ballano...
I
maschi che invece si rifiutano di ballare a favore di un lungo
riposino, vengono svegliati dalle musiche Sarde eseguite dal regista in
persona che, armato di tamburo entra nella loro stanza accompagnato dal
pifferaio... “Che bello svegliarsi a suon di tamburi”, dice Roberto...
Elio e Pino rimangono perplessi...
Le riprese:
Speriamo per fine dicembre di avere un film su Teatro Buffo e sulla fantastica terra Sarda che ci ha ospitati.
Buone vacanze a tutti,
e ci si rivede a settembre,